Il patrimonio sommerso del canale di Sicilia.
Un prezioso e fortuito ritrovamento avvenuto ad opera di un peschereccio e della sua ciurma alla fine degli anni '90. La statua in bronzo rappresenta un giovane satiro dalle orecchie aguzze, facente parte del corteo orgiastico che accompagnava il dio del vino Dioniso, in atteggiamento di danza vorticosa.
La Chiesa di Sant’Egidio a Mazara del Vallo ospita uno dei più affascinati reperti archeologici che raccontano la storia della cultura mediterranea e dei commerci che si svolgevano nelle acque del canale di Sicilia: il satiro danzante. La chiesa risale al 1500 e mostra chiare influenze di un’architettura arabo-normanna. La statua bronzea vi giunse nel 2005. Nel 1997 era già stata rinvenuta la gamba sinistra del satiro e l’anno doppio corpo privo delle braccia. Gli accurati restauri sono stati effettuati presso l’istituto Centrale per il Restauro di Roma. Il fascino incredibile di questo reperto deriva dall’espressione estasiata e dal movimento danzante del corpo che chi la lavorò riuscì a darle. Secondo gli esperti risale alla fine del IVc. a.C. ed è opera di un artista appartenente alla scuola di Prassitele. Oltre al satiro, il museo espone diversi altri reperti provenienti dai fondali del canale di Sicilia quali: un frammento bronzeo di zampa d’elefante risalenti all’era Punico-Romana ed un calderone, sempre in bronzo d’epoca medioevale; parecchie le anfore attribuibili a diverse epoche e culture; due cannoni in ferro e capitelli corinzi e ionici provenienti da Torretta Granitola.
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